La coppettazione è una tecnica antichissima che, nel corso dei secoli, ha saputo rinnovarsi e perfezionarsi tanto che, utilizzata già ai tempi di Ippocrate e poi dai Cinesi, è oggi inserita come pratica per rigenerare il corpo in alcune importanti Spa internazionali.
Essa consiste nell'applicazione sulla pelle della persona trattata di coppette simili a vasetti di yogurt o tazze di vetro, bambù o ceramica creando un effetto “ventosa” che tiene il contenitore incollato al corpo. L’applicazione può durare dai 5 ai 20 minuti e produce come effetto un’alterazione dei flussi energetici del corpo mediante una stimolazione della circolazione sanguigna e linfatica. La coppettazione si può quindi considerare una terapia “riflesso-stimolante” poiché sfrutta i principi della medicina tradizionale cinese agendo sulle cosiddette zone riflesse. Tramite essa è possibile ripristinare l'equilibrio e ristabilire la funzionalità dell’organo o dell’apparato in disarmonia.
Origini
Fu Ippocrate, medico greco del III-IV secolo a.C. a gettare le basi teoriche della coppettazione e a fornire indicazioni precise sulla modalità corretta di applicazione. In Cina rientrò tra le tecniche curative che utilizzano il calore della medicina tradizionale cinese associata spesso al massaggio e all’agopuntura. Anche in India, in Vietnam, in Corea, in Giappone e in Sud America si hanno notizie sull’uso terapeutico delle coppette. Alcuni immagini conservate in testi mesopotamici fanno riferimento a questa pratica ed essa figura anche tra nelle tecniche sciamaniche utilizzate per “estirpare” la malattia dal corpo. Dal medioevo in avanti vi è stato un utilizzo eccessivo e improprio della coppettazione, tanto da screditarne l’efficacia e invalidarne i benefici. Fu Bernard Aschner, medico austriaco, che agli inizi del ‘900 la rivalutò e introdusse tale pratica tra le tecniche terapeutiche.
La teoria degli “Umori”
La coppettazione rientra nella categoria delle terapie “devianti” cui fanno parte tutte quelle metodiche antiche che si sono conservate fino ai nostri giorni nella medicina popolare e vengono tuttora utilizzate in naturopatia. Si basano sull’antico concetto degli umori secondo cui tutte le funzioni dell’organismo sono regolate da quattro “umori” che devono restare in equilibrio per garantire la salute della persona e sono:
• il sangue
• il flemma
• la bile gialla
• la bile nera
In caso di squilibrio, si può intervenire con le coppette in modo da disperdere gli umori in eccesso, attraverso la pelle, o indirizzandoli verso organi di riferimento sfruttando i percorsi linfatici.
Come si applica
Prima di applicare le coppette, viene effettuato un colloquio preliminare con un’analisi delle problematiche dell'individuo che si sottopone al trattamento. L’operatore dovrà in seguito fornire informazioni sulle modalità del trattamento e sulle eventuali controindicazioni; infine verranno insieme stabiliti gli obiettivi e i traguardi da raggiungere nei tempi necessari.
Dopo questa prima analisi conoscitiva, verranno applicate le coppette sulla pelle integra e rasata poiché la presenza di peli potrebbe diminuire la capacità di aspirare il sangue stagnante, gli umori e l’energia “congelata”. Un’azione più forte e una durata più lunga serviranno per stimolare al massimo il drenaggio dei liquidi e delle tossine; un livello di intensità più bassa andrà a sollecitare meglio il flusso energetico. I metodi di applicazione sono di due tipologie, a caldo e a freddo:
• coppettazione a caldo: si esegue mediante coppette di vetro all’interno della quale viene accesa una “fiammella” che scalda l’aria all’interno della coppetta e viene appoggiata sulla cute; il conseguente raffreddamento dell’aria interna crea una diminuzione del volume dell’aria che avrà un effetto aspirante con un innalzamento (o rigonfiamento) della pelle di media intensità. Per un’azione più energica e intensa viene bagnata con alcool la parete interna della coppetta e avvicinata la fiamma che brucerà più rapidamente l’ossigeno disponibile al suo interno.
• coppettazione a freddo: si esegue mediante delle piccole “campane” di vetro o di plastica, dotate di una valvola posta al suo apice alla quale si può applicare un pallone di gomma , per generare un effetto aspirante più lento e dolce, oppure una sorta di “pompa” che permette di regolare l’intensità.
Vi sono poi tecniche di coppettazione statiche e dinamiche:
• statiche: le coppette restano ferme nei punti scelti inizialmente associati ad esempio ai punti lungo i meridiani dell’agopuntura cinese; per un’azione riflessa sui punti maggiormente dolenti alleviando da algie e contratture.
• dinamiche: viene prima cosparsa la zona da trattare con olio per massaggio per favorire lo scorrimento delle coppette, che verranno manovrate con una direzione che andrà dall’alto verso il basso fino ad ottenere un leggero arrossamento della cute dovuta ad un maggiore afflusso di sangue in quella precisa zona. In questo modo si interviene in tutti gli stati di ansia e di depressione. Un’azione di scorrimento opposto,cioè dal basso verso l’alto,è indicato, invece, per il drenaggio dei fluidi e l’eliminazione delle tossine. In generale lo scorrimento è sempre utile in tutte le contratture e le situazioni infiammatorie.
Autore: benessere.com